"Chi come me" è un'opera che si impone come unica nel suo genere, un'autentica gemma di matrice concettuale ebraica, vibrante di dinamismo e carica di un'energia profondamente positiva. In un atto unico, il testo intreccia con intelligenza e maestria elementi di divertimento, coinvolgimento e profonda riflessione, trasportando lo spettatore in un confronto emozionante tra cinque giovani con sindromi diverse. Questi ragazzi, rinchiusi in un istituto psichiatrico, incarnano non solo le difficoltà della loro convivenza, ma anche quelle di un medico curante, sempre più bersaglio delle loro critiche, al pari della docente di teatro terapia che introduce, coraggiosamente, i giochi collettivi in clinica.
La forza dell’opera risiede nella bravura degli attori, capaci di interpretare una pluralità di ruoli con una destrezza che toglie il fiato. In un continuo cambio di scena e di costume, si trasformano da genitori ricchi e snob a pragmatici mercanti, fino ad approdare ai festosi genitori ebraici. L’abilità tecnica è tale da sembrare surreale: recitano, talvolta, con due costumi sovrapposti, rispondendo contemporaneamente a più personaggi, in una frenesia scenica che si trasforma in una vertigine coinvolgente. L’accelerazione del ritmo drammaturgico cresce fino a creare una tensione vibrante, una sorta di climax emotivo che esplode negli spettatori più vicini alla scena, quasi accanto ai letti dei giovani ricoverati.
Questa intimità spaziale è cruciale: lo sguardo dei ragazzi, penetrante e diretto, attraversa lo schermo invisibile tra palco e platea, trasportando lo spettatore dentro la psiche dei protagonisti. Non puoi rimanere passivo. Ti senti chiamato, coinvolto, quasi invitato a partecipare al dialogo complesso e serrato che si sviluppa tra i "pazzi" sul palco.
L'energia scenica, l'emozione palpabile, la maestria nel coinvolgere e sconvolgere l’anima del pubblico sono qualità che rendono questa produzione un riferimento imprescindibile non solo per i professionisti della psicoterapia, ma per chiunque sia appassionato di teatro terapeutico. Le musiche, gli effetti sonori e luminosi, orchestrati con precisione da registi che sembrano quasi invisibili dietro le quinte, amplificano l’esperienza. Il teatro stesso, con la sua architettura aperta e accogliente, diventa un attore invisibile, amplificando l’eco di ciò che accade sul palco.
In definitiva, "Chi come me" non è solo un'opera teatrale. È un viaggio dentro l’animo umano, un’esplorazione clinica e artistica che lascia il segno. E, personalmente, sono rimasto rapito dall’interpretazione di Alma. Un’opera che non si dimentica.
Redazione Artistica Psicologica Teatro Terapica,
Don Erman
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