La bellezza e la resistenza delle antiche strade di Milano meritano rispetto. Sostituire il pavé con asfalto non solo snatura la città, ma compromette anche la salute e la durabilità delle sue strade.
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Premessa:
Di recente, il *Corriere della Sera* ha pubblicato un articolo che ipotizza l'idea di sostituire il pavé delle storiche strade milanesi con asfalto bituminoso, una proposta che ha destato allarme e indignazione tra i professionisti del settore e i cittadini attenti al patrimonio della città. A mio avviso, tale ipotesi tradisce la tradizione e rischia di compromettere non solo l’estetica ma anche la qualità e la sicurezza delle nostre strade. Come geometra attivo nella grande area metropolitana milanese e forte di un’esperienza ventennale nella posa e manutenzione del pavé, intendo offrire la mia riflessione tecnica e di tutela del nostro prezioso patrimonio urbano.
Comunicato:
Le strade di Milano sono parte integrante del suo patrimonio storico e identitario. Da secoli, il pavé – realizzato con materiali lapidei di pregio – caratterizza il tessuto urbano, conferendo non solo bellezza ma anche una funzionalità resistente e sostenibile. Proporre di sostituirlo con asfalto bituminoso è un grave errore di valutazione.
In primo luogo, è fondamentale comprendere le caratteristiche uniche e insostituibili del pavé. Parliamo di materiali marmorei o simili, pregiati e selezionati, capaci di resistere agli agenti atmosferici e di sopportare il traffico pesante. Il pavé ottocentesco, realizzato con tecniche artigianali, si distingue per durabilità e solidità; ogni blocco è posato a mano, consentendo una distribuzione dei pesi che rende la superficie estremamente stabile nel tempo. Contrariamente a quanto si crede, le disconnessioni sono dovute a manutenzioni non eseguite in modo appropriato, e la soluzione non risiede nell’asfalto, ma nell’intervento di selciatori specializzati. Con una spesa minima, questi professionisti sono in grado di ripristinare ogni segmento di pavé, mantenendo intatto il patrimonio e restituendo sicurezza alla strada.
Al contrario, l’asfalto bituminoso è un materiale di scarsa qualità in termini di durata e di sostenibilità. Le sue basi idrocarburiche sono notoriamente tossiche e tendono a rilasciare particelle inquinanti nell’atmosfera. Oltre a essere fragile e incline a deformarsi sotto il peso del traffico, l’asfalto richiede una costante e costosa manutenzione annuale, che graverà inevitabilmente sulle casse comunali. Ogni anno, la città dovrebbe investire risorse considerevoli per sanare crepe e rifare tratti danneggiati. Al contrario, il pavé, se gestito correttamente, non necessita di tali interventi frequenti, rivelandosi economicamente vantaggioso nel lungo periodo.
C'è poi un aspetto fondamentale legato al valore estetico e culturale del pavé. Il pavé non è solo una pavimentazione; è storia, tradizione e artigianalità. Ciascuna pietra racconta il passato della nostra città e preserva un'estetica che ci contraddistingue e che tutti ci invidiano. Sostituirlo con “nero asfalto”, anonimo e volgare, significa privare Milano di un simbolo, di un elemento identitario che fa parte del suo volto da secoli. Non si tratta di nostalgia, ma di consapevolezza che la città ha una sua specificità da difendere e non può essere svilita da soluzioni inquinanti e discutibili.
In qualità di esperto, mi sento in dovere di offrire questa riflessione a nome di tutti i colleghi che operano per la tutela dei beni paesaggistici e architettonici di Milano. Si tratta di una prescrizione tecnica, nata da anni di esperienza sul campo e dall’aver curato personalmente la posa di oltre 5 milioni di metri quadrati di pavimentazioni. Milano merita di essere trattata con rispetto e lungimiranza. Auspico che i responsabili delle scelte urbanistiche comprendano che il pavé non è un ostacolo, bensì una risorsa di inestimabile valore.
Geometra Ermanno Faccio
Grande Area Metropolitana Milanese
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